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Num. 1863
Rieccomi. Mi stupisce che tutti i volenterosi stronzi, me compreso, siano spariti all'unisono. Approfitto di questo periodo di quarantena per riaccendere la fiamma.
Nel mentre mi sono portato un tantino avanti, spero non me ne vorrete. E' che dall'inizio della pratica con I,4, non mi sono riuscito a fermare.
[b]I, 4: Opus magicum: La concentrazione e il silenzio
I, 5: Sul carattere della conoscenza iniziatica
II, 1: La via del risveglio secondo Gustavo Meyrink
Per chi li ha letti, capirà che sono molto legati tra loro, e io li ho letti come un accordo musicale. Vorrei condividere una cosa successa nell'esercizio della concentrazione sull'oggetto insignificante, suggerito qui >>1745 Nell'esecuzione, ho immaginato un tappo di bottiglia.
La prima osservazione è che per pensare qualsiasi cosa riguardo all'oggetto insignificante, mi sono ricollegato al processo che lessi da Corrado Malanga per indurre un soggetto in ipnosi. Lui dice che lo si fa concentrare su un punto preciso, e su questo punto, a giro, gli si attivano tutti i sensi uno alla volta.
Quindi pensando al mio tappo, ho pensato alla sua forma, al suo colore, alla dimensione, poi al suo odore, poi al suono se lo lanciassi, al sapore se lo leccassi, se lo toccassi - e di nuovo a giro con la vista e tutti gli altri sensi. Non so se è la giusta pratica, ma mi pare di aver raggiunto un buon punto di concentrazione misto a rilassamento.
La seconda osservazione è che all'inizio tutte queste operazioni sensoriali me le dicevo verbalmente in testa. Questo comportava un piccolo affollamento, e inoltre la frase era sempre in ritardo. Se pensavo "adesso guardo la forma circolare del tappo", l'azione era stata già compiuta un secondo prima. Quindi ho fatto in modo di scalzare le frasi, e semplicemente realizzare in immagini ciò che andava percepito. E' come se avessi zittito una voce in favore dell'immagine.
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