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Num. 17939
Più che altro direi lolpsicoanalisi!
Tutto l'articolo è interessante e invoglio a leggerlo, pure se plagiato da questa lente folle che è la psicoanalisi moderna.
Ma siamo su /sp/: qui diciamo che Messi è l'istintività del gioco, la quasi totale assenza di coscienza nell'azione. Questo va inteso nel senso di Julian Jaynes, cioè che il concetto moderno di coscienza è nato poche migliaia di anni fa, e l'uomo antico agiva per via del dialogo interiore nato dall'interazione fra i due emisferi del cervello.
La nascita della coscienza ci ha reso veramente umani e veramente liberi, al prezzo di allontanarci dal divino -che nel mondo del calcio è Maradona.
La sofferenza di Messi è in quel quasi: Messi è un posseduto, un berseker inebriato dal dio del pallone; Maradona era un avatar di quello stesso dio. Diego non aveva bisogno di allenarsi, e le cose che faceva in campo se le era sognate la notte prima.
Messi è il punto di collegamento fra quel mondo e il nuovo, il cui profeta è Cristiano Ronaldo, così come gli dèi olimpici vennero dopo i Titani e prima degli Eroi.
Ronaldo è semplicemente un uomo. Un atleta, che è quello che è grazie a una volontà folle e all'allenamento matto e disperatissimo.
Maradona non era mai solo.
Messi non può fare a meno di essere solo.
Ronaldo è solo perché lo ha scelto lui.
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