>>
|
Num. 12182
A quanto ne capisco, che è poco:
- Amara rilascia le dichiarazioni tra dicembre 2019 e gennaio 2020, in occasione del processo Eni-Nigeria, anche se la sua testimonianza viene rifiutata nel febbraio 2020.
- Storari, il pm che si trova ad avere in mano queste dichiarazioni, vuole che si indaghi, e comunica con il procuratore di Milano Greco, che a suo dire risulta di poco aiuto. Siccome l'iscrizione al registro degli indagati non è un obbligo se non si ritiene che le accuse siano fondate, nulla avviene.
- Arrivato aprile 2020, Storari è esasperato e consegna i verbali a Davigo, che pure ritiene che tali dichiarazioni sarebbero passibili di tempestiva investigazione. A quanto pare Storari avrebbe dovuto informare il procuratore generale tramite atto formale, che avrebbe avocato al Csm, ma non lo fa per "autotutela" (sue parole). Peraltro i documenti sono stati trasmessi in Word e senza firma, il che li rende di utilità dubbia. Davigo, infine, avrebbe dovuto informare il Comitato di Presidenza attraverso documento segretato della loro esistenza, ma anche questo è discusso. Ad ogni modo, Davigo ne parla con alcuni colleghi e/o membri del Csm.
- Mi pare di ricordare che Amara sia poi stato inserito nel registro nel maggio 2020.
- Dall'ottobre 2020 a gennaio 2021 la Contrafatto, segretaria di Davigo fino al suo pensionamento, invia a varie testate e anche a membri del Csm un plico contenente i famosi verbali, che dichiara essere "segreti", più una lettera che accusa la procura di Milano di mancanza di reazione alle accuse in essi contenute.
La questione è farraginosa per vari motivi: uno è che si tratta di protocolli della magistratura di alto livello, un'altro è che non è la prima volta che Amara spara accuse a destra e a manca.
|