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Num. 12139
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>>12134
Credo proprio che si debba recuperare l'onestà di un punto di vista lineare sull'esistenza, contro il moralismo borghese che tutto pretende di conoscere e di giudicare imparzialmente.
>non la interpreto letteralmente come un'epoca
Questo è l'approccio anti-storico che descrivevo prima. Che pure è vero, intendiamoci. Il mito è iperreale perché presenta delle verità eterne, più vere della realtà. Farlo coincidere coi fatti è uno sciocco evemerismo.
Dopo però aver letto i due libri che ti consigliavo e altro, però, sono sempre più convinto della cosiddetta «terza dimensione della storia». Onestamente, non so come fai a parlare di storia e credere che sia quella sui libri di scuola.
Credo proprio che la sinistra non abbia mai messo al centro la persona. È anzi sempre stata perfettamente collettivista: dapprima inquadrando un uomo come oppressore od oppresso, poi come collezione d'identità diverse - e qui l'intersezionalità che dicevi prima.
Abbiamo già postato molte volte la citazione di Svart in pic, siamo dieci su questo chan, se iniziamo a identificarci siamo finiti ed è molto lucida.
Basti vedere anche la narrazione dei media sul caso in OP: di un omosessuale che soffre, di un negro emarginato, di un povero alienato... si raccontano sempre i dolori in quanto omosessuale, in quanto negro, in quanto povero.
Di primo acchito può sembrare un approccio umanitario, un'attenzione alle classi svantaggiate della società - e non ho dubbi che per molti in buona fede lo sia. Ma il messaggio inquietante è «Tu per noi vali esattamente quanto il tuo gruppo di appartenenza. Senza di esso non esisti. Nemmeno il tuo dolore ti appartiene.»
>>12135
Mi ricordo una discussione cogli amici in piazza dieci anni fa. Io difendevo Le
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