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Num. 19024
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Il colpevole
di Gustav Möller
DAN 2018, 85’
Piccola vicenda trattata con passione, con una sceneggiatura quasi incastrata nei formalismi e che per questo scivola facilmente. Un film di dialoghi ed effetti sonori perfetti, privo di colonna sonora, che potrebbe quasi funzionare alla radio, se non fosse per gli occhi dell’attore protagonista – espressivi quasi come un secondo palcoscenico.
Per impostazione, tema e ambientazione ricorda Locke (Steven Knight, USA/GBR 2013, 85’), che a sua volta ricordava Buried (Rodrigo Cortés, SPA/USA 2010, 94’), ma al contrario di quest’ultimo aveva capito che, se dobbiamo restare tutto il film con un unico personaggio, questi deve essere almeno un personaggio.
Se però Locke funzionava sul detto, sulla comunicazione di fatti sconvolgenti, Il colpevole è un film di non detti, che deve necessariamente forzare le sue premesse in favore di uno svolgimento tutto sommato prevedibile.
Qual è la procedura? Perché Asger non la segue? Qual è la posta in gioco?
E soprattutto, «Perché non dire subito quel che c’è da dire?»
È una domanda fin troppo comune nei film, ed è ora che cominciamo a incazzarci se l’autore non ci dà una buona risposta. Un giorno qualcuno dovrà insegnarlo agli sceneggiatori che in situazioni stressanti le persone vere non diventano irritanti ammassi di lacrime affetti da sordità selettiva.
Sono masochisticamente curioso del remake americano del 2021, diretto da quel negro di Antoine Fuqua.
Genere: Thriller
Ebrei: No
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